Lo scorso anno abbiamo potuto apprezzare NBA 2K11, il titolo dedicato al mondo dell’NBA sviluppato da Visual Concepts che ha catturato l’attenzione della critica e dei videogiocatori ottenendo un successo più che meritato. Quest’anno la sfida era quindi quella di superarsi ancora e di continuare su questa linea, e con NBA 2K12 la software house riesce nell’intento. State pronti quindi, arrivano le star dell’NBA!
Tante scelte
Lo scorso anno le modalità offerte in NBA 2K11 erano davvero molte, ma su tutte regnava la Jordan Challenge che ci ha dato la possibilità di rivivere i momenti più salienti della carriera di Michael Jordan, il numero 23 più famoso al mondo. Quest’anno Visual Concepts ha preso la palla al balzo sfruttando il successo di questa modalità ed implementandola a dovere, proponendoci la carriera di ben quindici giocatori del passato che hanno fatto impazzire il pubblico dell’NBA. Si tratta di Kareem Abdul-Jabbar, Larry Bird, Wilt Chamberlain, Julius Erving, Patrick Ewing, Earvin Johnson, Karl Malone, Hakeem Olajuwon, Scottie Pippen, Oscar Robertson, Bill Russell, John Stockton, Isiah Thomas e Jerry West, nomi che per alcuni non vogliono dir nulla ma che in realtà hanno scaldato il cuore di molti tifosi. E’ quindi una vera emozione poter essere di nuovo i protagonisti di momenti che hanno segnato la storia della pallacanestro.
Ovviamente NBA 2K12 offre anche altre modalità, tra cui le classiche partite veloci o i tornei, o la carriera da poter giocare come manager o come giocatore in crescita di una squadra, e ad arricchire la scelta c’è come di consueto il multiplayer anch’esso potenziato a dovere, ma andiamo con ordine.
Organizzando tornei sul momento o selezionando la partita veloce ci si immerge in pochi attimi nelle azioni di gioco, ma il titolo inizia ad essere più complesso se decidiamo di intraprendere la carriera. Le modalità si chiamano Associazione e My Player, e rispettivamente consentono come già detto di affrontare le carriere come General Manager o come cestista. Nel primo caso si nota un notevole aumento della difficoltà rispetto al precedente capitolo, soprattutto quando abbiamo intenzione di intraprendere una campagna acquisti e cerchiamo di accaparrarci qualche campione dalle squadre avversarie; grazie alla nuova IA infatti sembra che ci sia un certo accanimento da parte degli altri team nel tenere nelle proprie fila i giocatori più in voga. Oltre a questo dovremo inoltre gestire al meglio ogni cosa che un manager è chiamato a fare, come schemi, formazioni, allenamenti, e quando sarà il momento di entrare in partita potremo decidere se lasciare il destino del risultato alla IA (ovviamente basato sulle statistiche delle squadre che disputano il match) o giocarla in prima persona.
Se invece decidiamo di intraprendere la carriera My Player avremo la possibilità di creare da zero un novizio della pallacanestro ed inserirlo man mano nelle squadre più forti per farlo diventare la nuova stella dell’NBA. Come nel precedente capitolo sarà fondamentale il rapporto tra noi e i media, ed in base alle nostre risposte riusciremo ad avere dalla nostra non solo il pubblico ma anche le altre squadre, che in caso contrario saranno più ostili nei nostri confronti. Per entrare in squadra dovremo affrontare tre provini in altrettanti team differenti, ed in base alla nostra performance si deciderà dove inizieremo la nostra strada tutta in salita. E’ così che quindi nasce un campione.
Una rivisitazione globale
Passiamo ora al gameplay di NBA 2K12. Rispetto al titolo del 2011 non è cambiamo molto, e chi infatti è riuscito a padroneggiare lo scorso anno il sistema di gioco non si troverà in difficoltà. Per chi invece è nuovo dovrà spendere un pò più di tempo nel capire le meccaniche di gioco. Bisognerà quindi iniziare con qualche partita veloce per riuscire a capire i primi movimenti, i primi schemi e le prime finte che possono essere utilizzati per avere la meglio sul team che stiamo affrontando. Questo allenamento servirà soprattutto perchè la software house ha dato una rivisitazione all’IA degli avversari, risultando ora più difficili da superare nelle fasi difensive e più tattici in quelle offensive. Anche i nostri compagni vengono gestiti meglio dalla cpu, ed infatti si notano durante le partite movimenti ben precisi che possono dare svolte positive alle nostre azioni.
Fortunatamente il sistema di controllo è stato leggermente modificato, rendendo anche i più complessi schemi più semplici da gestire. Nonostante questo però la giocabilità non è affatto più semplice rispetto a prima, ed infatti sembra che ogni piccolo movimento sul campo sia gestito del tutto dal giocatore. Oltre ai movimenti sarà infatti possibile muovere in fase difensiva le braccia del giocatore per andare a copertura sulla traiettoria della palla o addirittura spingere l’avversario, tutto questo utilizzando lo stick analogico destro adibito anche a molte altre azioni.
Tutti in rete!
Ad arricchire le modalità disponibili troviamo in NBA 2K12 la possibilità di affrontare match in multiplayer online. Non si tratta della modalità principale, bensì di un’aggiunta che completa e arricchisce il quadro generale. Ad ogni giocatore è legato un profilo che dev’essere creato non appena viene caricato il gioco. Dopo aver infatti scelto user, password e dati vari avremo a disposizione un nostro personale profilo che si aggiornerà ogni qualvolta otterremo nuovi risultati. Tutto questo potrà essere condiviso sul sito ufficiale del titolo ed è stata implementata una compatibilità con i più famosi social network, su cui potremo mostrare ai nostri amici i traguardi raggiunti. Molto interessante l’inserimento della modalità Associazione da poter giocare con gli amici online, creando un team ed affrontando un campionato per ottenere il titolo di campioni.
Facendo qualche partita si nota un miglioramento anche per quanto riguarda il net-code, anche se a volte si incappa in piccoli momenti di lag che infastidiscono l’azione corrente.
Manca qualcosina
Come di consueto parliamo alla fine del comparto tecnico di NBA 2K12, migliorato rispetto al titolo precedente ma con ancora qualche piccola imperfezione. Si nota un notevole distacco di qualità tra i campioni dell’NBA e il restante dei giocatori; i primi risultano essere realizzati con una cura maniacale nella somiglianza, arricchita anche dalle animazioni che li contraddistinguono nella realtà, mentre i secondi sembrano esser stati realizzati con meno attenzione.
Tutto quello che invece riguarda il campo e le altre strutture che potremo vedere è stato realizzato ottimamente, complice anche la gestione della telecamera che regala inquadrature come quelle televisive.
Nonostante tutti i menu di gioco siano stati localizzati in italiano la telecronaca continua ad essere solamente in inglese, e chi riesce a capire ciò che viene detto noterà un miglioramento notevole rispetto allo scorso anno, tanto da dare ancor di più la sensazione di vivere in prima persona le partite che si stanno giocando.