Mafia II – Recensione

Devo essere sincero? Posso essere sincero? Mi piace. Terribilmente. Secondo me è di gran lunga migliore rispetto al GTA di Rockstar Games. Magari non sarà un free roaming vero e proprio, ma di certo non ha la curva ad incremento esponenziale di noia che pervade il titolo concorrente appena citato. Il livello grafico è piacevolissimo, i dialoghi hanno un profumo alla Francis Ford Coppola e la trama è abbastanza avvincente da tenerti inchiodato al pad. Ed anche se lo giocherete una volta soltanto, potrete essere qualunque cosa, tranne che delusi da questi titolo; ma in fondo, come dice sempre il "nostro amico" Donnie Brasco, "Ma che ve lo dico a fare...".

Erano bravi ragazzi, ragazzi svegli
“Che io mi ricordi, ho sempre voluto fare il gangster. Per me fare il gangster è sempre stato meglio che fare il presidente degli Stati Uniti. Quando cominciai a bazzicare alla stazione dei taxi e a fare dei lavoretti dopo la scuola ho sentito che volevo essere dei loro. Fu là che capii che cosa significa far parte di un “gruppo”. Per me significava essere qualcuno in un quartiere pieno di gente che non era nessuno. “Loro” non erano mica come tutti gli altri, “loro” facevano quello che volevano, e nessuno chiamava mai la polizia. I ragazzi arrivavano in Cadillac e me le lasciavano parcheggiare. Giorno per giorno imparavo come si campava a sbafo, un dollaro qua un dollaro là. Vivevo come in un sogno.” Così diceva Henry Hill nel cult movie “Goodfellas”, qui da noi “Quei bravi ragazzi”. Quella di Mafia 2 invece, è la storia di Vito, un altro “bravo ragazzo” come tanti altri…

Una proposta che non si può rifiutare…
Nel 2002, era Tommy Angelo (ricordate bene questo nome perché potrebbe esservi familiare in seguito), che ci raccontava come da semplice tassista era poi diventato, un po’ per destino ed un po’ per scelta obbligata, prima un affiliato della “famiglia” di Don Salieri e poi il testimone chiave che li avrebbe rovinati nel loro processo. Svilippato da Illusion Softworks e pubblicato da Gathering of Developers, Mafia, episodio precedente del titolo che stiamo recensendo, fu la vera alternativa al famoso GTA, portando la storia dei gangster americani degli anni 30 sui nostri monitor. Da qui, in un certo senso, è partito tutto, ed in qualche modo troverà anche la via per tornare, ma questa forse è un’altra storia…
Mafia 2 narra le vicende di Vito Scaletta, siciliano emigrato in America con la famiglia, e che, vuoi per la disastrata condizione economica e la conseguente necessità di denaro, e vuoi per le cattive amicizie frequentate, ben presto finisce in galera per un colpo non perfettamente riuscito, dando così il via a questa avventura. Il gioco si svolge tra gli anni 40 e gli anni 50, in quelle che dovrebbero essere delle città vagamente ispirate a san Francisco e New York. Quindici i capitoli della modalità storia, in cui tra una missione e l’altra, potrete tranquillamente visitare le due città sopra citate e fare “shopping” per i vostri lavori “domestici”.

Tutto per la Famiglia…
Tornando sulla trama del titolo, avevamo lasciato il nostro protagonista ospite delle carceri dello stato. Per ovviare a questo piccolo inconveniente, Vito accetta di unirsi all’esercito americano in missione in Italia, guadagnandosi così l’ammenda, ma al suo ritorno a casa a causa di una ferita riportata al fronte, trova una brutta sorpresa ad attenderlo al varco. La sua famiglia non navigava in buone acque, e suo padre, prima di passare a miglior vita, si era indebitato con uno strozzino per poter dare di che vivere ai suoi cari. Il debito, insieme ai dovuti e pesanti interessi, era ancora pendente, e non può che toccare proprio a lui risanarlo fino all’ultimo centesimo. Ottenuto quindi il congedo (in un modo che forse non potremmo definire proprio legale), Vito si fa instradare dal vecchio amico d’infanzia Joe Barbaro, su quella che sarebbe stata la sua via per la scalata alla Mafia. Il gioco può essere considerato, sulla scia anche del vecchio capitolo, una versione più cinematografica di Gran Theft Auto, e per alcuni versi anche più gradevole, apprezzabile e meno monotono del concorrente della Rockstar Games.

E’ pericoloso giocare a fare i mafiosi…
Come il suo predecessore, Mafia 2 offre ai suoi giocatori la possibilità di utilizzare armi ed auto del periodo in cui la storia svolge il suo corso. Tra questi, avremo modo di poter usare anche il famosissimo Thompson, che forse i più grandicelli ricorderanno anche nel secondo episodio di Alone in the Dark. Spinoso invece il rapporto che il protagonista avrà con le forze dell’ordine. La polizia infatti, come anche in altri titoli (vedi GTA o anche i classici titoli di corse automobilistiche clandestine come quelli della serie Need for Speed), potrebbe “prendere nota” dell’auto utilizzata per commettere crimini e/o infrazioni stradali, e diramare un mandato di cattura ad ogni agente disponibile sul territorio. In questa situazione, per sviare l’attenzione del braccio violento della legge, le possibilità si restringono a cambiare auto, riverniciarla di un colore differente, o anche (se possibile nel titolo che stiamo giocando, come per esempio NFS) cambiarne alcuni semplici pezzi di carrozzeria. Una cosa questa che, bene o male, abbiamo già visto più volte nella nostra carriera di videogiocatori. I ragazzi di Praga della 2K Czech però, sono riusciti ad andare un pochino oltre il semplice veicolo, ed hanno applicato questo funzionamento anche al protagonista, costringendo così il giocatore a dover recuperare un cambio di vestiti per depistare un possibile riconoscimento durante le missioni a piedi, che in caso contrario porterebbe ad cominciare di nuovo la caccia all’uomo. Perfettamente bilancio e reattivo il comparto dei controlli, che permettono un rapido apprendimento (soprattutto ai veterani del pad) ed una reattività alta nei combattimenti. Le sparatoria di conseguenza risultano essere abbastanza prive di “incidenti di percorso”, anche se dobbiamo ammettere che, anche se giocate ad un livello di difficoltà abbastanza alto, non sono poi un ostacolo insormontabile.

Luca Brasi dorme coi pesci…
Non tutte le ciambelle escono col buco, recita un famoso proverbio, e di consenguenza, anche se Mafia 2 è un titolo di tutto rispetto, ha le sue pecche. In primis la durata dell’intera campagna, che, per la tipologia di gioco scelta, risulta essere decisamente troppo corta. Sicuramente l’avventura è gradevolmente adornata con locazioni eccezionalmente realizzate e con dialoghi da grande schermo, ma qualche ora di gioco in più non avrebbe sicuramente fatto arrabbiare nessuno. Al contrario, rispetto a tutti gli altri titoli recenti, il gioco non include una modalità multiplayer, scelta che abbassa decisamente la longevità del gioco, già per altro mediamente bassa visto la scarsità di incentivi che farebbero rigiocare l’avventura. Ma passiamo ora ad un argomento dai pareri alquanto in disaccordo, quello del presunto o mancato free roaming del titolo. Molti asseriscono che Mafia 2 sia un titolo free roaming, ma che per la narrazione eccessivamente lineare questa caratteristica venga “incatenata” e resa poco “free”. Ok, ciò potrebbe anche essere considerato veritiero, ma chi dice che questo sia un per forza un male? Spesso avere troppa libertà di movimento può significare anche dispersione, che spesso porta a perdere il filo della trama o della vicenda corrente, con conseguente calo di interesse ed incremento progressivo del “tedio da spazio aperto in libera esplorazione”. Ragion per cui, a volte, mettere dei paletti fa anche bene.

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Devo essere sincero? Posso essere sincero? Mi piace. Terribilmente. Secondo me è di gran lunga migliore rispetto al GTA di Rockstar Games. Magari non sarà un free roaming vero e proprio, ma di certo non ha la curva ad incremento esponenziale di noia che pervade il titolo concorrente appena citato. Il livello grafico è piacevolissimo, i dialoghi hanno un profumo alla Francis Ford Coppola e la trama è abbastanza avvincente da tenerti inchiodato al pad. Ed anche se lo giocherete una volta soltanto, potrete essere qualunque cosa, tranne che delusi da questi titolo; ma in fondo, come dice sempre il "nostro amico" Donnie Brasco, "Ma che ve lo dico a fare...".Mafia II - Recensione