Tre Anelli ai Re degli Elfi sotto il cielo che risplende,
Sette ai Principi dei Nani nelle lor rocche di pietra,
Nove agli Uomini Mortali che la triste morte attende,
Uno per l’Oscuro Sire chiuso nella reggia tetra,
Nella Terra di Mordor, dove l’Ombra nera scende.
Un Navpad per domarli, una PsEye per trovarli,
Un Move per ghermirli e nel buio incatenarli.
Nella Terra di Mordor, dove l’Ombra cupa scende.
Tre Anelli ai Re degli Elfi
Sia durante, che dopo la conclusione della trilogia cinematografica diretta da Peter Jackson de “Il Signore degli Anelli”, sono state decisamente numerose la trasposizioni videoludiche tirate fuori dal cilindro per questo capolavoro della letteratura fantasy. Alcune passate in sordina, altre decisamente gradevoli, ed altre ancora da affiancare agli ignavi danteschi, ovvero senza infamia e senza lode. Molte sarebbero le parole necessarie a descriverle tutte, ma oltre a non essere questo il luogo adatto, non disponiamo effettivamente di tutto lo spazio necessario a tesser le loro lodi. Lo nostro obiettivo orora, è narrarvi di quanto lo ultimo titolo per lo nero monolite di nostra signora Sony, si adopri allo nostro sollazzo.
Sette ai Principi dei Nani
La trama de L’Avventura di Aragorn, si colloca temporalmente qualche anno dopo la fine degli eventi narrati nella trilogia, quando ormai il buon Samvise Gamgee ha una splendida moglie e ben quattro figli, è diventato il nuovo sindaco del paese, e si sta occupando della festa per la visita imminente del Re. Ed è attorno alla sua famiglia che ruota il titolo in sé. Proseguendo nel gioco infatti, avremo l’occasione di rivivere le avventure della Compagnia dell’Anello tramite i giochi fantasiosi dei bambini, oppure tramite i racconti dello stesso Sam, in cui tra l’altro potremo controllare personaggi differenti della Compagnia, ognuno dei quali con le proprie caratteristiche e le proprie abilità. Movimenti e comandi di base, saranno spiegati tramite il classico tutorial iniziale, che in questo caso eseguiremo con Frodo… No, non QUEL Frodo, ma Frodo uno dei tre figli maschi di Sam, che lo supporterà nell’organizzazione della festa. Il target di età del titolo, come è facile intuire, non è proprio altissimo, ma dando un po’ di fiducia al lavoro degli sviluppatori, un po’ di soddisfazioni prima o poi arriveranno, specie nella parte della storia più concitata di questo immenso monumento letterario chiamato “Il Signore degli Anelli”.
Nove agli Uomini Mortali
Il gameplay del titolo, ahimé, non è nulla di innovativo, siamo tra l’hack and slash classico ed il semplice action game, senza eccessivi fronzoli e con assenza quasi totale di enigmi di sorta. Man mano che il gioco andrà avanti, ci saranno come di consueto delle missioni da compiere e da portare a termine, alcune principali e quindi legate alla storia di base, ed altre secondarie e non necessariamente da completare. Tutto nella norma quindi, forse anche fin troppo visto che alcuni di questi compiti sono decisamente troppo semplici e ripetitivi. Come già accennato, il tutto viene leggermente alleviato nei momenti della storia dove c’è “più movimento” e dove la situazione si fa più interessante, se così possiamo dire, ma mai abbastanza da risollevare a livelli oltre la media. Per quello che riguarda i controlli, ricordiamo che è possibile utilizzare sia il normale pad della console, che l’ultimo arrivato Move, comprensivo di Navpad. Onestamente infatti, l’esperienza videoludica migliora nettamente se vissuta con la novità dei controller di movimento, evitando quindi di prendere la solita monotona strada su cui rischiano di finire questi giochi. Peccato però che, qualsiasi sia la tipologia di controllo utilizzata, in nessuno dei casi sarà possibile controllare la telecamera; una mancanza che sarà decisamente motivo di incalzante nervosismo per i giocatori.
Uno per l’Oscuro Sire
Anche graficamente, il titolo in versione Playstation 3 delude in maniera diciamo “evidente”. Il dettaglio non è sufficiente a giustificare una produzione per la next-gen, anzi, a prima vista sembrerebbe una versione per altre piattaforme decisamente meno potenti. Sopperisce invece a far lievitare il giudizio finale, il comparto audio, dove troviamo un cast di doppiaggio di tutto rispetto. Le voci infatti sono quelle dei doppiatori italiani della trilogia di film, tra cui riconosciamo subito Pino Insegno che presta la sua voce ad Aragorn, e che ormai è un immancabile punto fermo nella realtà del doppiaggio italiano. Di conseguenza, si intuisce che il titolo è completamente localizzato nella nostra lingua, cosa che facilita non poco la comprensione di tutto; fattore certamente da non sottovalutare in determinati titoli dove testi e dialoghi abbondano. A mettere il fiocco finale sul comparto sonoro, ci pensa una colonna sonora direi eccezionale, molto gradevole e basata sulle arie ascoltate nei tre film di Jackson.