Dead Space 2- Recensione

Piattaforma:
Genere:
PlayStation Move:
Compatibilità 3D:
Sviluppato:
Distribuito:
Pubblicato:
Data Rilascio:
PEGI:
Giocatori:
Versione:
Sito Ufficiale
PS3, XBOX360, PC
Avventura
No
No
Visceral Games
EA
EA
28/01/2011
18+
1+ Multiplayer Online
PAL ITA
www.deadspace.ea.com

Dopo averci terrorizzato a bordo dell’Ishimura, i ragazzi di Visceral Games aprono il nuovo anno con questo secondo capitolo. Riusciranno anche stavolta nell’impresa? Ovviamente sì!

In effetti la risposta era scontata, e non ci aspettavamo niente di meno da questo sequel. Le premesse per un capolavoro c’erano tutte, e i video e le foto lasciate nei mesi precedenti ne erano una prova tangibile. Gli sviluppatori sono riusciti a creare, grazie anche a qualche astuzia tanto banale quanto efficace, un’atmosfera unica. E’ solo questo che rende Dead Space un must-have, poi ovviamente la parte tecnica, la trama, il gameplay sono essenziali, ma inserire il disco nella PS3 è come entrare letteralmente dentro l’avventura o la nave spaziale di turno. Sentirne la paura, l’angoscia, il terrore ad ogni strano rumore, o ad ogni porta a scorrimento che si apre davanti a voi. Chi ha giocato al primo capitolo sa già quello che lo aspetta, mentre per chi si avvicina alla saga per la prima volta diamo due consigli: il primo è quello ovviamente di rimediare subito a tale mancanza e giocarsi il prequel, il secondo è di leggere attentamente questa recensione in modo da prepararsi a quello che lo aspetta!

Un inizio terrificante…

La paura, o per meglio dire quel terrore agghiacciante tipico della serie che non ti permette di pensare a nient’altro se non a metterti in salvo, non è cambiato né tanto meno è diminuito di intensità. Anzi, fin dai primi secondi di gioco si manifesta in tutta la sua “bellezza”, facendo impennare il battito cardiaco del giocatore all’istante. Una volta scampati al pericolo però, a mente fredda, ci si accorge che l’incubo vissuto sull’Ishimura a causa del Marchio non è finito. Verrete a conoscenza di molti fatti accaduti subito dopo la fine del primo capitolo, come ad esempio l’essere stati recuperati e portati a bordo di una stazione spaziale nei pressi di Saturno, la Sprawl. Una comunissima stazione orbitante solo in parte però, poiché Unitology (l’ordine religioso che venera il Marchio) la sta usando per eseguire orribili esperimenti sui sopravvissuti dell’Ishimura e per testare i poteri dell’antico manufatto alieno. E voi, siete uno dei sopravvissuti….

Tuttavia, poco prima di subire qualsiasi atrocità, vi libererete grazie al trambusto creatosi a causa dell’ennesima epidemia e da qui in poi comincerà la vostra corsa contro il tempo per trovare una via d’uscita, ma soprattutto per far luce una volta per tutte sul mistero che avvolge il Marchio. La trama è ben architettata e con colpi di scena ben poco prevedibili. L’avventura prenderà pieghe inaspettate e incontrerete vari personaggi sul vostro cammino, alcuni di essi faranno la figura di mere comparse fini a se stesse, altri avranno un ruolo portante nella storia e vi aiuteranno nel corso del gioco. Ma ciò che colpisce è il modo in cui viene raccontato il tutto. Mai un momento di pausa, mai una schermata di caricamento, mai un attimo di tregua. Tutto procede come se guardaste un film in tv, con l’unica differenza che non vi limiterete ad osservare passivamente. Inquadrature, dialoghi, scene d’intermezzo sono realizzati con uno stampo decisamente cinematografico, e ciò non può far altro che piacere visto che ne aumenta il divertimento e, nel caso di Dead Space, la paura.

Gameplay che vince non si cambia!

Per chi ha giocato al primo capitolo troverà ben pochi problemi a familiarizzare con il sistema di gioco. E’ rimasto invariato praticamente tutto, dal menu di gioco alla configurazione dei tasti sul gamepad. E non si può certo accusare gli sviluppatori di mancanza di originalità visto che il gameplay è pratico ed intuitivo fin da subito. Come sempre si accede all’inventario tramite il tasto Select, mentre i tasti dorsali sono deputati al fuoco primario e secondario, alla mira ed alla corsa. I poteri di stasi e telecinesi si attivano rispettivamente con triangolo e cerchio mentre si ricarica con quadrato, e per finire con il tasto X si raccolgono oggetti, si aprono porte, ecc… Sulla Sprawl troverete (come sulla Ishimura) vari negozi, punti di salvataggio e “bench” per il potenziamento delle armi. C’è da sottolineare come già in difficoltà normale il gioco presenti fin da subito una sfida forse leggermente superiore alla “normalità”, dato che nel corso dell’avventura, se non starete attenti, vi capiterà di trovarvi drammaticamente a corto di munizioni e/o medikit. Proprio per questo il modo migliore per affrontare i nemici è scegliere con cura le armi da acquistare e potenziarle saggiamente. Inoltre il sistema di smembramento dei nemici è vitale se si vuole uscire vivi da situazioni critiche. Non sprecate colpi puntando al busto dei necromorfi, colpite gambe e braccia per poi finirli con qualche pestone ben assestato per risparmiare ulteriormente colpi. Tutto questo incide parecchio sul ritmo di gioco e crea parecchia tensione sul giocatore, che ad ogni brutto incontro non può mai prendersela troppo alla leggera. Infatti altra particolarità di Dead Space è l’incredibile capacità dei necromorfi di assalirti da ogni direzione, senza contare poi della loro varietà che si è ulteriormente ampliata. Come ogni stazione spaziale che si rispetti vi ritroverete in mezzo a lunghi corridoi, stanze antisettiche e fredde, ascensori e porte scorrevoli. Essere accerchiati da dei nemici e più facile di quanto possa sembrare, e una volta finito lo scontro e convinti di essere al sicuro, ecco pronto un altro mostro che magari si fa strada attraverso un condotto di ventilazione alle vostre spalle, o che irrompe dentro un ascensore dove lo spazio è minimo, o magari è pronto ad assalirvi appena superata una porta. Questo è uno dei motivi che ha indotto gli sviluppatori ad ampliare ulteriormente il vostro arsenale a disposizione, a patto di avere abbastanza crediti però, come ad esempio il detonatore, il fucile a ricerca e la pistola gravitazionale. Questo è Dead Space, un continuo star sull’attenti, un guardarsi intorno, sentire rumori strani venire da chissà dove. Tutti accorgimenti, colpi di stile, idee di programmazione magari banali, ma che una volta messi insieme creano l’atmosfera perfetta.
Atmosfera che tra l’altro varia spesso, poiché le ambientazioni sono tutt’altro che monotone. Ci sono parecchie sequenze giocate in cui si accederà alla gravità zero, o addirittura allo spazio aperto allontanandosi parecchio dalla stazione spaziale. Inoltre si dovrà passare attraverso brevi condotti di areazione e, l’Ishimura, farà il suo ritorno seppur per breve tempo.

Terrore spaziale

Tecnicamente, ciò che stupisce maggiormente nel titolo di Visceral Games sono le animazioni e il sistema di luci e ombre dinamiche. Partiamo dalle prime che vantano una naturalezza fuori dal comune (per quanto riguarda Isaac, visto che i necromorfi di naturale hanno ben poco). I movimenti sono proprio quelli che ci si aspetterebbe da uno vestito con una corazza di metallo, un po’ legati e con una evidente sensazione di “pesantezza”. Soprattutto la corsa risulta molto curata e veritiera. Ciò che forse avremmo gradito, era una camminata leggermente più lenta durante le fasi di puntamento. Pensando all’anima del gioco crediamo che avrebbe enfatizzato ulteriormente l’atmosfera, mentre il più delle volte siamo stati costretti a dare dei colpetti sullo stick destro per girare un angolo “sospetto”. Comunque niente che possa influire negativamente sulla qualità del gioco. Il sistema dinamico di illuminazione invece, come accennato prima, stupisce fin da subito per la sua qualità. E’ quasi superfluo dire che le ombre giocano un ruolo fondamentale in titoli di questo genere, e Dead Space 2 ne è la prova tangibile. Fin dal primo capitolo gli sviluppatori mostrarono la loro bravura sotto questo aspetto, ma in questo sequel hanno ottimizzato il tutto. Ora è tutto più definito, veritiero, vario e realistico. Le fonti di luce sia artificiali che naturali, proiettano le ombre di ogni oggetto o essere vivente presente nella stanza o corridoio di turno. Tutto ciò può essere apprezzato maggiormente durante i numerosi blackout energetici in cui incapperete nel corso dell’avventura, dove l’unica fonte di illuminazione sarà la vostra torcia….
Gli ambienti chiusi e freddi di una stazione spaziale inoltre esaltano tali situazioni e permettono di giostrare sulle idee di sviluppo in tantissimi modi diversi, e i ragazzi di Visceral Games lo hanno fatto in modo da aumentare la suspense del giocatore. Luci che saltano e ombre che si muovono dietro a degli angoli o delle porte sono solo alcuni dei tanti stratagemmi. I modelli poligonali sono ben realizzati, particolare cura è stata riposta sul personaggio principale e sulla sua tuta da combattimento, ma anche gli orribili necromorfi vantano un dettaglio ben al di sopra delle aspettative. Inoltre l’I.A.sembra essere migliorata ulteriormente. Ora sono meno prevedibili nei loro movimenti, e riescono ad assalirvi molto velocemente. Solo in certe occasioni i nemici punteranno sulla mera quantità per sopraffarvi, il più delle volte sarà la loro varietà a mettervi alle strette. Oltre a tutti gli alieni presenti nel primo capitolo fanno la loro comparsa alcuni mostri capaci di vomitarvi addosso una sostanza in grado di rallentarvi e una specie di alieni a quattro zampe molto furbi, veloci e imprevedibili. Completano un quadro tecnico sopra la media texture definite e ambienti sia interni che esterni molto ben curati e dettagliati. Anche se c’è un altro aspetto che spicca quasi sopra ogni cosa, gli effetti sonori di cui vi abbiamo accennato nel corso di questa recensione. Spesso non si sfrutta a dovere questo aspetto per creare la giusta atmosfera, ma non è questo il caso. Fin dal primo capitolo il comparto sonoro è stato uno dei punti chiave del titolo e lo è ancora. Strani rumori, qualche grida di dolore, versi inascoltabili dei necromorfi vi accompagneranno costantemente dall’inizio alla fine. Inoltre il doppiaggio, completamente in italiano, risulta ottimo e ben curato.

Multiplayer

Ciò che forse si potrebbe recriminare al titolo marchiato Visceral Games è un’eccessiva linearità nel proseguo della storia. In fondo si tratta pur sempre di attivare quel determinato meccanismo, aprire quella porta o uccidere quel determinato boss. Bisogna ammettere però che in Dead Space tutto ciò risulta molto meno frustrante rispetto ad altri titoli poiché la tensione che si viene a creare ti fa pensare solamente a come rimanere in vita. Nonostante tutto però questa piccola critica ricevuta in passato con il primo capitolo è stata sufficiente agli sviluppatori per creare una modalità multiplayer, in grado di attirare l’attenzione del giocatore e aumentare la longevità di gioco. Online che però si dimostra per quello che è, un semplice diversivo divertente sì, ma poco profondo. Il tutto si può riassumere in 5 mappe e due squadre (una formata da cloni di Isaac, e l’altra da necromorfi), pronte a smembrarsi a vicenda o difendere un obiettivo per vincere la partita. A match concluso si acquisiscono punti da poter investire nell’acquisto di nuove abilità o armi più potenti. Usare i necromorfi è senza dubbio la parte più divertente e innovativa, ma l’impatto generale che viene offerto al giocatore è ben poca cosa se confrontato con quello della campagna in singolo. 

 

Commento di Mido El Shafey
Visceral Games ha fatto di nuovo centro, non c’è che dire. Forte di un gameplay solido e ben rodato, un livello tecnico ampiamente sopra la media e un atmosfera che non ha eguali nel campo dei survival horror, Dead Space 2 difficilmente non sarà apprezzato. I pochi difetti rilevati sono perlopiù trascurabili e intaccano solo in parte l’esperienza di gioco. Certo, se cercate libertà di azione e movimento allora ciò che fa per voi è un free-roaming ma Dead Space, nonostante la sua ormai consolidata linearità, riesce a distrarre il giocatore da questo aspetto per alcuni così rilevante. Anche se il titolo si riduce essenzialmente ad azionare certi macchinari o ad andare dal punto A al punto B riuscendo a rimanere vivi il più possibile, tutto ciò è accompagnato da un’ambientazione e da una tensione che fa sembrare tutto più difficile, più vero, reale, pauroso. Nulla è scontato in questo titolo. Si è sempre sul chi va là e non si sa mai cosa aspettarsi dietro ad una determinata porta. La concentrazione del giocatore è ai massimi livelli, e ci resta per tutti i 15 capitoli di cui è composto Dead Space 2, che quindi riesce a regalare almeno una dozzina buona di ore di gioco. Una volta finito poi, il titolo si rigioca volentieri dato che, personalmente parlando, il sistema di upgrade delle armi e tuta stimolano ad impegnarsi a fondo per raggiungere i livelli più alti. In commercio titoli del genere sono una rarità, e difficilmente ne troverete un altro in grado di regalarvi le stesse emozioni….anzi sì, il primo Dead Space! Scherzi a parte, l’unico consiglio che possiamo darvi è di buttarvi a capofitto in questa stupenda avventura, essendo consapevoli però che perderete il conto di quante volte salterete dalla vostra comoda poltrona dalla paura….Ve la sentite?

VOTO 9,3

 

 

GUIDE TROFEI

Antonio Loparco
Antonio Loparcohttps://www.playstationzone.it
Videogiocatore sin da piccolo, ho iniziato ad addentrarmi nel mondo videoludico con Amiga600. Pian piano ho provato varie piattaforme fino all'acquisto della prima PlayStation che è rimasta da sempre la mia console preferita.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento!
Inserisci qui il tuo nome