Se c’è qualcosa che manca nell’era videoludica che riempie avida i nostri scaffali è una sorta di alternatività, per dare al tutto un senso di spettacolarità e di gioia per gli occhi. Sfoderando una notevole quantità di button mashing e di scene mozzafiato, Asura’s Wrath è stato creato allo scopo di dare al giocatore giusto quel qualcosa in più e, sviluppato dai ragazzi di Cyberconnect 2, questo titolo spera di riuscire fondamentalmente a lasciare un segno indelebile.
ODIATO DAL SUARGA, RECLAMATO DAL NARAKA
Il nostro eroe in questa storia è Asura, un semidio in lotta con la compagnia di altri semidei nella guerra santa che li porta ad affrontare nientemeno che il pianeta stesso e la sua furia impura, sottoforma di creature immonde denominate Gohma. La guerra dopo lunghi conflitti sembra sempre ripetersi prima o poi, e Deus, il capo dei semidei incaricati della salvezza del mondo, sembra essere stanco di dover ripetere queste lotte per avere la magra soddisfazione di una pace temporanea. L’equilibrio del mondo sembra perciò reggersi sul filo di un rasoio.
Dopo aver inferto un colpo mortale al più grosso Gohma che si sia mai visto sulla superficie del pianeta, dopo mirabolanti scontri nello spazio e agguerrite dispute con Gohma di ogni genere, il protagonista viene acclamato dagli umani e dai propri compagni semidei per aver inflitto il colpo decisivo in questa cruenta battaglia e aver portato la salvezza per quanto fragile e momentanea. I festeggiamenti sono soppressi però da uno scandalo nella nazione, l’imperatore alla guida degli umani è assassinato da un misterioso assalitore, e colui ad essere accusato è lo stesso Asura. Gli altri semidei non hanno altra scelta che isolare il traditore e ucciderlo prima che le faccende si complichino ulteriormente. Ormai senza speranza e privato del proprio futuro da un fato apparentemente disonesto, il semidio caduto cerca di illuminarsi il cammino in una strada ricca di ostacoli, fra una schiera di pseudo-divinità che lo braccano e un esercito infinito di demoni rabbiosi che mirano unicamente alla devastazione globale.
Il giocatore prende i panni del nostro sfortunatissimo Asura, facendo a pezzi qualunque cosa si ponga fra lui e la sua redenzione.
I controlli di base sono semplicissimi, facendo quello che possono in una varietà di scelta povera ma funzionale: il tasto X serve per il salto, R1 per la schivata, il tasto Cerchio è per le combo principali offensive di Asura, il tasto Triangolo scatena un potente attacco caricato che spazza via interi gruppi di nemici, il tasto Quadrato permette al protagonista di sparare proiettili a ripetizione, evocati dalle sue stesse mani; infine il tasto R1 controlla l’attivazione di una speciale barra definita Delirio che potenzia il vostro Asura, dandogli un bagliore intenso come prova di esibizionismo puro e consente un infinito spam del vostro attacco caricato, che normalmente si deve ricaricare dopo ogni utilizzo. Quest’ultimo comando è decisamente utile in situazioni spiacevoli con tanti nemici a rinfoltire i ranghi.
C’è un ultimo tasto che è stato tralasciato nella lista spiegata qui sopra, ma è stato tenuto in disparte per fare da annunciatore in pompa magna al fulcro del gioco: il tasto R2 attiva la barra Furia. Lo scopo del gioco non sarà infatti quello di far calare di volta in volta la barra salute dei nemici, come avviene in moltissimi altri titoli, ma far riempire questa barra posta sotto la barra dei punti ferita. In tal modo Asura potrà rendere partecipi della propria rabbia chiunque sia così stupido da mettersi in mezzo, facendo crescere talvolta braccia aggiuntive al protagonista per sostenere le sue violente dispute. Questi momenti, ricchi di Quick Time Events che accompagnano gran parte della struttura di gioco, danno modo al giocatore di proseguire in un modo o nell’altro nella storia, rendendolo sempre attivo e partecipe in ogni singolo secondo. Forse una procedura per non far annoiare chi si trova davanti allo schermo, ma sicuramente non è un problema, non in Asura’s Wrath.
Le sezioni di gioco sono immediate e divertenti fin dal primo impatto, esse sono alternate fra combattimenti con nemici minori e boss e sezioni sparatutto in cui si dovrà mirare ai punti deboli degli avversari in volo. I comandi per queste ultime cambiano poco, con la differenza che il tasto Triangolo ha la funzione di scagliare colpi multipli in automatico sui bersagli desiderati. Entrambe le parti di questo emisfero videoludico sono appaganti e soddisfacenti, facendo diventare matto il giocatore a forza di premere tasti nel tempo stabilito e cercare di dare il meglio di sè in qualsiasi parte della storia, per quanto pazza o assurda essa sia. La giocabilità per quanto semplice fa il suo meglio per divertire, senza la pretesa di abbattere qualche barriera di mediocrità o di mirare troppo in alto. Anche l’intensità della vicenda vi coinvolgerà, seppure la trama principale sia piena di cliché tratti da numerosi Anime di stampo giapponese e i personaggi per quanto affascinanti sono caratterizzati poco e difficilmente vengono approfonditi, salvo il protagonista e forse un’altra persona di cui non faremo il nome.
Nonostante questo il prodotto di base è comunque godibilissimo e apprezzabile da qualunque giocatore casual che voglia svagarsi in questo frenetico mondo irto di ostacoli e Quick Time Events. Non troppo difficile o frustrante, difficilmente abbandonerete questo prodotto senza aver segnato perlomeno la parola Fine al tutto e aver visto fino all’ultima scena che vi separa dai crediti.
MAESTOSITA’ AUDIOVISIVA
Graficamente il lavoro che si è fatto per rendere l’esperienza spettacolare è chiara e ovvia sulla pelle del giocatore che si presta a quest’avventura: i personaggi sono estremamente dettagliati e modellati con uno stile che ricorda vagamente il cell shading con una stravaganza di inchiostro vivo, le scene sono quanto di più folle e magnifico si possa vedere in quest’era videoludica, esagerando ogni cosa per impressionare anche chi al gioco sta solo assistendo. Un vero e proprio film nel gioco che non mancherà di appassionare con colpi al limite dell’estremo e boss titanici, senza privarci di qualche tocco di classe come disegni realizzati da figure nipponiche di spicco nel settore. Tutto ciò per rendere la trama più ricca di contenuti e dare maggior consistenza a livello visivo e narrativo. Vera nota dolente della produzione sono le locations di gioco, che seppur varie e talvolta particolari nel loro essere, sono presentate in maniera piuttosto puerile e inadatte al resto del gioco. Già nell’anteprima questo problema grafico era stato fatto presente e si sperava in un possibile aggiustamento delle ambientazioni, cosa che alla fine non è successa. Alcuni scenari si salvano dal cadere sul mediocre, ma non è abbastanza per rappresentare qualcosa su cui passare sopra facilmente. Altro difetto è la presenza maligna di cali di framerate durante le scene di intermezzo, almeno per quanto riguarda la versione PS3, abbastanza presenti e fastidiosi in alcuni punti specifici o particolarmente caotici.
Passando alla colonna sonora e al doppiaggio, una nota di merito alle fantastiche melodie che accompagnano i vari momenti di Asura’s Wrath. Dal canto malinconico a una riproduzione di un famoso compositore riproposta per un momento epico, le musiche cascano a fagiolo e non stonano per niente, svolgendo un ottimo lavoro. Davvero una buona maniera per valorizzare e dare un proprio tono convinto all’intera produzione. Anche il doppiaggio presentato, sia in giapponese che in lingua inglese, raggiunge vette notevoli con personaggi doppiati alla perfezione per coinvolgere ulteriormente gli eventuali spettatori e il giocatore stesso.
IL VIAGGIO E’ PIU’ BREVE DI QUANTO SI IMMAGINI
I capitoli che costituiscono la trama di Asura’s Wrath sono piuttosto brevi anche se numerosi, sarà possibile portare a termine il gioco a modalità Normale in sole 6-7 ore, probabilmente qualcosa di più se si gioca al terzo e ultimo livello di difficoltà. I numerosi extra sono facili da sbloccare e belli da vedere, ma qualcosa di più convincente e pratico avrebbe potuto allungare a dismisura una longevità sommariamente deludente. Il titolo può essere rigiocato per sfidare sè stessi nella conquista del punteggio più alto, disponibile di volta in volta a fine livello, infatti molte parti dovranno essere rigiocate forzatamente per raggiungere tale obiettivo, ma difficilmente tornerete a calcare la soglia di Shinkoku, il mondo di gioco, se non per mostrare o far godere la visione agli amici proprio come in un anime interattivo di alto livello. Ore in più avrebbero potuto fare la differenza ed elevare la qualità di Asura’s Wrath, ma un viaggio bello spesso dura poco e poco si può fare a riguardo, per l’appunto.