Sbarcato quasi in sordina a causa del fratello maggiore uscito su PlayStation 4, Assassin’s Creed: Rogue ci riporta a solcare i mari, ma da un diverso punto di vista. Riuscirà questo capitolo della serie a conquistare nuovamente i fan, così come ha fatto il quarto episodio? Vediamolo assieme!
Tradire il Credo
Assassin’s Creed: Rogue narra le vicende di Shay Patrick Cormac, un promettente membro degli Assassini nordamericani che si trova costretto a tradire il Credo, in particolare il buon vecchio Achille Davenport visto nel terzo capitolo della serie. Braccato dai suoi vecchi compagni, Shay trova rifugio nei Templari, capitanati da Haytham Kenway, e li aiuterà ad impedire che la sete di libertà degli Assassini possa causare problemi in grado di mettere a rischio l’umanità e l’ordine.
Non potendovi naturalmente svelare altro sulla trama di questo episodio della saga, sappiate che chiude ottimamente la trilogia americana dell’infinita guerra tra Assassini e Templari, passando quindi il testimone a Unity. Qui sorge un problema non di poco conto: Rogue, facendo da collante (anche se in modo marginale) tra la trilogia americana e Unity, “costringe” i veri fan della serie a dover far propri ambedue i titoli usciti quest’anno. Nonostante questa cosa che ci sembrava doverosa da segnalare, la trama di Rogue si lascia giocare con vero piacere, anche se la durata delle sequenze principali resta ben al di sotto delle 10 ore di gioco. Senza volervi svelare altro, sappiate che il cambio di fazione da parte del protagonista è preceduta da una delle sequenze più spettacolari della serie, segno che è scorretto classificare Rogue come un capitolo secondario rispetto ad Unity. Come da tradizione vi sono decine di attività correlate all’esplorazione delle numerose location ed alla navigazione, incarichi che aumentano esponenzialmente la longevità del titolo.
Assassin’s Creed 4.5?
Inutile girarci intorno, Rogue non osa più di tanto rispetto a Black Flag, sia parlando delle sezioni nell’Animus, sia per quanto riguarda l’Abstergo Entertainment vista nel quarto capitolo. Come in Black Flag, anche qui è il mare a far da padrone, tra navigazione, esplorazione e battaglie navali. Parlando di quest’ultime, sono state aggiunte nuove armi da usare sulla nostra nave ed inoltre anche noi possiamo essere arrembati, dovendo quindi difendere la nave dalla conquista del nemico. Sono state introdotte anche delle ambientazioni dal clima freddo dove dovremo stare attenti al ghiaccio e agli iceberg, ma ad aiutarci in tal senso potremo aumentare la resistenza della nave. Per il resto, sono sempre presenti le navi leggendarie, la caccia alle balene, i forti e la possibilità di assaltare le altre navi per accumulare materie prime da usare per potenziare il nostro vascello.
Anche le sezioni a piedi non si discostano molto da Black Flag, quindi troviamo il solito sistema di scalata automatizzato e l’ormai vetusto combat system tipico della serie. Per carità, il sistema di combattimento funziona a dovere come sempre, fatta qualche eccezione, però siamo ben lontani dai Batman, per fare un esempio. Vista l’appartenenza ai Templari da parte del protagonista, dobbiamo stare attenti agli assalti degli Assassini nascosti, rilevabili tramite l’Occhio dell’Aquila. Nulla di trascendentale, per carità, ma tale novità ci costringe ad alzare il nostro grado di attenzione rispetto al passato. Il resto è rappresentato da tutto ciò che ci si potrebbe aspettare da un Assassin’s Creed, ossia missioni secondarie di vario genere, territori da conquistare, proprietà da acquistare o restaurare, armi ed armature da acquistare dai mercanti e decine di collezionabili da cercare.
Una console immortale!
Pur con i dovuti limiti che stiamo per esporvi, Assassin’s Creed: Rogue risulta bello da vedere ed in grado di dimostrare che la vecchia PlayStation 3 ha ancora molto da dire a livello tecnico. Rogue, esattamente come Black Flag, offre ambientazioni dettagliate, unite ad una vegetazione rigogliosa ed alla splendida rappresentazione dell’acqua. Ci tocca però far notare che parte delle ambientazioni sono state riciclate dagli ultimi due capitoli della serie. Proprio come nell’ultimo capitolo, il tutto viene risaltato da degli ottimi effetti di luce ed alla splendida resa delle precipitazioni e delle tempeste in mare aperto. Ancora un plauso alla sequenza di cui vi abbiamo parlato in precedenza che, oltre che essere bella da giocare, risulta anche spettacolare a livello puramente visivo.
Pur non essendo composti da un numero elevato di poligoni, anche i personaggi risultano ben realizzati, anche se le animazioni del protagonista non sono sempre eccellenti come ci si potrebbe aspettare. Come da tradizione, sono presenti anche vari problemi di compenetrazione tra personaggi e scenario, oltre a momenti in cui il protagonista si incastra o scivola in modo anomalo rispetto alla conformazione degli ambienti di gioco. Il frame-rate non è propriamente stabile, tanto che avremmo a questo punto preferito che gli sviluppatori sacrificassero qualche dettaglio grafico al fine di rendere l’esperienza di gioco più fluida.
Ottima come sempre la parte audio, sia parlando della colonna sonora che del doppiaggio in italiano, tranne che per una cosa che stiamo riscontrando spesso nelle ultime produzioni Ubisoft. Anche se comprendiamo questa scelta, anche in Rogue gran parte della folla e dei soldati nemici non sono doppiati in italiano, frammentando così il comparto sonoro del titolo.