Moss 2 – Recensione

L'amore provato nei confronti del titolo di Polyarc non è mai sbiadito. Rinnovando e diversificando la formula già ottima del primo capitolo, Moss 2 riesce nuovamente a convincere. Se avete un PlayStation VR e fremete dalla voglia di un platform action, Quill sarà sicuramente un'ottima candidata.

Sono passati quattro anni da quando, sempre su queste pagine, ho recensito il primo capitolo di Moss. Una fiaba in realtà virtuale, tanto immersiva quanto appagante. Nonostante il tempo trascorso, Polyarc è riuscita a stampare l’affetto per questo brand nella mia mente in maniera indelebile. Lo stesso affetto che ho provato in questi giorni rivedendo la topolina Quill, sempre affaccendata nel salvare il mondo nel quale vive.

Moss 2 arriva sul mercato proprio per proseguire il racconto che tanto mi aveva fatto emozionare, in un seguito diretto che riesce a spazzar via il tempo trascorso. Il team di sviluppo è infatti riuscito a confezionare un sequel degno di questo nome, andando a migliorare quanto già di buono mostrato nell’originale ed aggiungendo diverse novità a garantire ulteriore varietà al gameplay. Quill ed io, il suo Lettore, siamo partiti assieme in un nuovo viaggio da favola, fatto di coraggio ma anche di forti emozioni. È mio piacere potervene parlare in questa recensione.

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Moss 2, la favola continua

Come anticipato in apertura, Moss 2 ha inizio esattamente dove avevamo interrotto bruscamente il racconto quattro anni fa. Quill, la nostra topolina coraggiosa, ha sconfitto il serpente corazzato Sarffog e salvato suo zio, trovandosi ora alle porte del castello. La nostra parte è sempre quella del Lettore, un’entità esterna che riesce ad interagire con le terre di Moss grazie a dei speciali cristalli magici. Il nostro viaggio continua quindi cooperando con Quill, cercando di recuperare gli altri cristalli nella speranza di portare finalmente la pace. Tra ambientazioni inedite, boss e colpi di scena, l’esercito dei forgiati si mostrerà infine per ciò che è realmente.

La narrazione prosegue esattamente come nel primo capitolo, attraverso eventi raccontati sfogliando le pagine di un libro e sequenze in tempo reale nelle quali i personaggi si rivolgeranno anche a noi direttamente. Inoltre, se non doveste aver giocato al capitolo precedente, ad inizio avventura verrete messi al corrente degli eventi grazie ad un semplice riassunto. Non volendomi sbilanciare troppo sulle difficoltà che dovrà oltrepassare la nostra topolina sul suo percorso, Moss 2 si dimostra nuovamente un’avventura coinvolgente, emozionante e decisamente piacevole. Sono stato più volte colto alla sprovvista dallo svolgersi dagli eventi, stravolto dalla commozione o dalla felicità del momento. Ciò è stato reso possibile solamente grazie all’affetto e alla complicità che si sviluppa con Quill, andando a risvegliare i sentimenti già costruiti in precedenza. Sono passati quattro anni, ma la fiaba vissuta a fianco di Quill è – oggi come allora – insospettabilmente appassionante.

La nostra eroina continua ad interagire con noi attraverso il linguaggio dei segni, aiutandoci nella risoluzione degli enigmi, ma anche complimentandosi con noi per le vittorie o reagendo ai nostri sbagli. Queste interazioni sono state ulteriormente elaborate rispetto al primo capitolo, riuscendo a rendere il nostro rapporto con Quill ancora più soddisfacente.
Questo sequel è senza ombra di dubbio una completa evoluzione e miglioramento di quanto già proposto in precedenza, tanto da rendere ancor più triste il raggiungere i titoli di coda. Nella speranza di veder nuovamente Polyarc al lavoro sul brand, soprattutto dopo determinati avvenimenti del finale, ancora una volta l’unica pecca che è possibile recriminare al titolo è la longevità. Basteranno infatti 5-6 ore per completare l’avventura, considerando anche la raccolta degli extra nascosti per i vari livelli del gioco. La difficoltà risulta infatti piuttosto scarsa, permettendo di proseguire nell’avventura senza troppi problemi anche affrontando i vari boss. Leggermente più complicati alcuni enigmi ambientali, mai veramente impossibili.

La cooperazione è tutto

Completamente strutturato per la realtà virtuale, anche Moss 2 basa la propria esperienza di gioco in fasi di risoluzione degli enigmi ambientali e di combattimento. Ogni area di gioco è sviluppata tridimensionalmente di fronte a noi, dovendo muovere la nostra eroina per l’ambientazione risolvendo i semplici enigmi che le ostacolano il cammino. Ognuna di queste piccole zone rappresenta una pagina del libro, che però, questa volta, non prosegue in maniera lineare dall’inizio alla fine. Il castello e le zone che esploreremo sono infatti collegate tra loro naturalmente, dandoci possibilità di esplorare nuovamente ogni area senza dover ricaricare i capitoli di trama in cui le abbiamo attraversate.

La cooperazione è alla base di ogni meccanismo di gameplay, dovendo noi stessi spostare oggetti di grandi dimensioni per permettere a Quill di proseguire nel suo cammino. Questa stessa cooperazione ha fondamenta solide anche durante i combattimenti, andando ad evolvere quanto di buono già proposto in passato. In Moss 2, infatti, potremo interagire sia con Quill che con i nemici, potenziando o curando la prima e distraendo o controllando i secondi. Nonostante quindi il tutto possa essere ridotto al classico platform action, è proprio la nostra “reale” interazione con il gioco a rendere unica l’esperienza.

Avanzando nell’avventura entreremo in possesso di altre armi, ognuna con una propria funzione sia in combattimento che durante esplorazione. Questa armi ramificano ulteriormente le azioni che potremo eseguire in supporto a Quill, rendendoci addirittura necessari per sconfiggere determinati nemici. Questo si va leggermente a scontrare con la comunque scarsa varietà di nemici proposti, rendendo le varie arene piuttosto semplici una volta capito come comportarsi. Diciamo che, considerando le diverse nuove abilità conferite a Quill, sarebbe stato decisamente più interessante poterle utilizzare efficacemente in sfide degne di questo nome.

Concludendo, anche in Moss 2 tornano i vari extra presenti nel primo capitolo: come la polvere di reliquia ed i frammenti dimenticati. Questa volta, però, raccogliendo la polvere è possibile accedere a delle piccole stanze segrete, nelle quali è possibile trovare delle armature per Quill. Nonostante siano solamente un’aggiunta estetica, è comunque piacevole sapere che non si sta raccogliendo qualcosa per mero collezionismo digitale.

Una fiaba in prima persona

Nonostante lo stile sia rimasto pressoché invariato nella realizzazione dei già ottimi personaggi, le varie ambientazioni hanno invece ricevuto un salto in avanti qualitativo non indifferente. Tra le foreste, le grotte e le varie aree del castello, ogni area di gioco è stata realizzata magnificamente, con fondali suggestivi ed aree tridimensionali decisamente più dettagliate. Ciò viene esaltato anche dalla varietà di ambientazioni proposte, tutte diverse e ben introdotte.

Giocando il titolo su PlayStation 5 non ho riscontrato alcun problema di sorta, consolidando la già ottima stabilità del software riscontrata 4 anni fa. Solamente una volta, svolgendo diverse azioni contemporaneamente, Quill è rimasta incastrata in una animazione, che è comunque stata risolta immediatamente ricaricando il checkpoint.

Il titolo è completamente localizzato in italiano nei testi. Nonostante l’audio inglese sia comunque abbastanza comprensibile, non è mai scontata la presenza dei sottotitoli in italiano. Ottime anche qui le OST a scandire l’incedere degli eventi, calzanti ed adatte ad ogni contesto che affronteremo.

Considerando la natura esclusivamente VR del titolo, mi pare impossibile non sottolineare come Moss 2 sia giocabile solamente attraverso l’utilizzo di un Dualshock 4. Inoltre, per l’intera durata dell’esperienza non ho subito nemmeno una volta gli effetti del motion-sickness.

GUIDE TROFEI

Mirco Neri
Mirco Neri
Nato già vecchio, Mirco entra nel mondo dei videogiochi fin dalla tenera età, passando le giornate a guardare il fratello giocare su computer. Non appena le mani divennero abbastanza grandi da impugnare un pad, nulla lo ha più allontanato dai videogiochi. Appassionato di quasi ogni genere videoludico, Mirco cerca di testare con mano ogni gioco che gli capita sotto tiro, dalle corse automobilistiche ai giochi di ruolo. Nonostante l'età avanzi inesorabile continua a pensare che il pad lo seguirà nella tomba.

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